Se avete intenzione di regalare, o regalarvi, un nuovo televisore per Natale, non fatevi ingannare da offerte mostruose o prezzi stracciati: dietro questi prezzi bassi si nascondono vecchi modelli che entro poco tempo risulteranno inadeguati!

La tv che acquistate deve invece necessariamente integrare un sintonizzatore digitale per la ricezione di programmi in tecnologia DVB-T2 con codifica HEVC. Altrimenti tra quattro anni vi troverete un bellissimo ma ingombrante soprammobile, dato che entro il 2022 tutti i canali trasmetteranno nel formato sopracitato, oppure sarete costretti ad acquistare un decoder (l’ennesimo!) che dovrete in larga parte pagarvi da soli, vista l’esiguo bonus a disposizione.

Ma procediamo con ordine e cerchiamo di capire cosa ci aspetta in futuro e come possiamo ovviare al problema.

In Italia le trasmissioni attuali vengono emesse in formato DVB-T con codec MPEG-2 sulla banda 700, cioè sulle frequenze comprese tra 694 e 790 megahertz. L’Unione Europea ha però previsto che suddetta sia invece lasciata libera per la rete 5G mobile. Questo comporta che ogni Stato debba adottare soluzioni per modificare le frequenze.

Per ovviare alla restrizione delle risorse frequenziali destinate alle trasmissioni TV si è deciso in Italia che entro il 30 giugno 2022 si passerà al formato DVB-T2 con codec HVEC, che renderà le trasmissioni compatibili solo con i TV venduti da quest’anno in poi. Il passaggio al DVB-T2 non sarà all’unisono su tutto il territorio nazionale ma avverrà in modo parcellizzato per zona geografica, secondo un piano da stabilirsi a cura dell’AGCOM entro il 31 maggio del 2019.

La notizia buona per i consumatori che tutti i TV, i decoder e gli apparecchi atti a ricevere un segnale televisivo in digitale terrestre acquistati dal 1° gennaio 2017 dovranno necessariamente avere a bordo il sintonizzatore di seconda generazione, in grado di ricevere il segnale DVB-T2 e il codec HEVC.

Ad ogni modo, è prevista una fase di transizione dal vecchio al nuovo digitale terrestre. Dal 2020 fino alla data di switch-off, entrambe le tecnologie funzioneranno contemporaneamente, dopodiché, dal 1° luglio 2022, i programmi si vedranno solo con il Dvb-T2 e l’Hevc.

Quindi, quando si sta per acquistare un nuovo televisore occorre prestare estrema attenzione al fatto che abbia questo bollino:

DVB-T2

Senza, vi consigliamo caldamente di non acquistarlo, a meno che non abbiate intenzione di acquistare in futuro un decoder o di cambiare comunque l’apparecchio nel 2020. Può capitare che vecchi fondi di magazzino vengano spacciati per nuovi prodotti a prezzi incredibilmente bassi. Diffidate.

Bonus decoder? Troppo poco

Il precedente Governo ha stanziato un fondo di circa 150 milioni di euro in 3 anni a partire dal 2019 per aiutare parte dei cittadini ad adeguarsi ai nuovi standard.

Si tratta di un contributo per l’acquisto di un solo televisore per ogni famiglia tra il 2019 ed il 2021. Non tutti i cittadini, così come previsto al momento, avranno diritto al bonus televisore: l’agevolazione, ad oggi, è riservata a chi è esonerato dal pagamento del canone tv, cioè a chi ha più di 75 anni ed è in condizioni economiche disagiate (con un reddito inferiore ad 8.000 euro). Non è escluso che più avanti questa platea venga allargata. Il bonus, che dovrebbe aggirarsi intorno ai 25 euro a famiglia, verrà riconosciuto dal 1° gennaio 2019 fino al 31 dicembre 2021, salvo eventuali proroghe.

L’esempio francese e le critiche dell’Adoc

“Si sarebbe dovuto evitare in tutti i modi di far rivivere alle famiglie italiane l’incubo, economico e organizzativo, che ci fu con lo switch-off dal segnale analogico al digitale, i consumatori hanno già pagato dazio una volta – dichiara Roberto Tascini, Presidente dell’Adoc – e continuano a pagarlo, dato che ancora ad anni di distanza il segnale del digitale terrestre risulta spesso basso o assente, con intere porzioni del Paese impossibilitate a vedere alcuni canali, siano essi Rai, Mediaset o altri. Ora, con l’imposizione del nuovo formato DVBT-2 e la nuova assegnazione di frequenze c’è il rischio concreto che il “balletto delle televisioni” ricominci, con milioni di famiglie italiane obbligate di nuovo a mettere al mano al portafogli per aggiornare i propri apparecchi televisivi o ad installare un nuovo decoder. Con lo switch-off precedente la spesa media si attestò sui 120-150 euro, oggi la spesa minima per l’acquisto di almeno un televisore e di un decoder risulterebbe di 150 euro, ma ipotizziamo che la media più vicina alla realtà possa essere di circa 300-350 euro. Senza contare eventuali spese per l’assistenza da parte degli antennisti nei condomini e negli impianti centralizzati. Chiediamo pertanto a Governo e Agcom di prevedere soluzioni a basso impatto, come messe in atto nella vicina Francia, dove si è deciso di mantenere l’attuale formato DVBT e di modificare lo standard di trasmissione da Mpeg-2 a Mpeg-4, in modo da consentire alla quasi totalità delle famiglie di non spendere soldi per l’adeguamento delle proprie televisioni. Oppure sarebbe bastato portare il segnale sul satellitare, liberando totalmente la banda ad un costo decisamente inferiore. Gli incentivi attualmente previsti per l’acquisto di nuovi televisori e decoder, pari a circa 25 euro per decoder, non sono sufficienti né dal punto di vista economico né quantitativo, visto che coprirebbero solo 4 milioni di apparecchi. Servirebbero, perlomeno, maggiori incentivi, che permettano ai consumatori di risparmiare almeno la metà delle le spese ipotizzate.”

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